La finestra murata di Piazza Mattei
A pochi passi dall'isola Tiberina è situata una piazza il cui nome può non dire niente a molti ma che ha una buona dose di storia alle spalle. Sto parlando di Piazza Mattei, una frazione del quartiere ebraico su cui si affacciano il palazzo Costaguti e le basse facciate disadorne dei due più antichi palazzi Mattei, costruiti a pochi anni di differenza tra la fine del '400 e l'inizio del '500, in pieno Rinascimento.

La fontana delle tartarughe
La fama della piazza è dovuta in larga parte alla presenza, al centro di essa, della "Fontana delle tartarughe", realizzata nella seconda metà del Cinquecento su disegno di Giacomo Della Porta e con sculture di bronzo di Taddeo Landini ma che ha subìto, in seguito, diversi restauri nella sua storia. Il più famoso e segnante è stato sicuramente quello effettuato nel 1658 da Gian Lorenzo Bernini sotto richiesta di Papa Alessandro VII Chigi, il cui nome è stato inciso sulla fontana proprio in quel restauro insieme alla probabile aggiunta delle tartarughe, che hanno poi dato il nome alla fontana e che sono state, negli anni, vittime di diversi furti. Proprio per questo le attuali tartarughe sono solo una copia delle originali, alcune delle quali sono in esposizione nei Musei Capitolini. Sulla fontana si affaccia, tra le varie, una finestra particolare e che può non dare subito nell'occhio: una finestra murata e affrescata, così da avere, per l'appunto, normali sembianze. Sia la finestra murata che la fontana delle tartarughe sono al centro di una vecchia leggenda che riguarda la nascita di piazza Mattei così come la vediamo oggi.

La leggenda della finestra murata
La leggenda narra di un ragazzo povero, un maniscalco, che si innamorò di una giovane ragazza, figlia di un nobile, che abitava nel palazzo di fronte all'attuale fontana. La ragazza si affacciava spesso dalla finestra per osservare il giovane maniscalco che, a sua volta, la guardava dal basso, innamorandosi così a vicenda e condividendo pochi ma intensi attimi in cui si davano anche degli appuntamenti segreti per potersi frequentare di nascosto. La paura era principalmente della ragazza, date le sue origini nobili e la brutta reazione che avrebbe potuto avere il padre. Tutto filava liscio finché il padre stesso, un giorno, scoprì i due e capì la grande utilità che aveva la finestra della figlia nella loro relazione, infrangendo così i sogni della giovane coppia. Decise di murare quella finestra e di fare in modo che la ragazza non uscisse mai sola dal palazzo, limitando così ogni possibile contatto tra i due. Il ragazzo, perdutamente innamorato, cadde in un grande sconforto ma non si diede per vinto. Edificò una fontana, davanti la finestra della ragazza, che potesse in eterno segnare e simboleggiare il loro amore. Da quel momento la ragazza, ogni volta che usciva di casa, poté constatare il fatto che il ragazzo era ancora innamorato di lei, riconoscendo alla fontana ed ai suoi simboli l'eternità del loro amore.