Due leggende di San Giovanni in Laterano
San Giovanni in Laterano è la prima delle quattro basiliche papali maggiori di Roma, nonché la più antica dell'intero occidente. La sua storia è molto vasta ed ha attraversato diversi periodi ed anche varie denominazioni e "dediche". Papa Silvestro I, nel IV secolo, la dedicò al Santissimo Salvatore; poi papa Sergio III, nel IX secolo, aggiunse la dedica a San Giovanni Battista; infine papa Lucio II, nel XII secolo, incluse anche San Giovanni Evangelista. Per questo la denominazione completa è Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano. Il nome Arcibasilica è stato scelto in quanto considerata la più importante delle quattro basiliche di Roma. E dove nasce la denominazione "in Laterano"? A riguardo è nota una leggenda, di cui parlerò insieme ad un'altra che ha a che fare con il sepolcro di papa Silvestro II.
Le due leggende
La prima, riguardante il nome Laterano, è molto antica e risale ai tempi di Nerone. La leggenda narra infatti che l'imperatore romano, tra le varie idee folli che aveva, aveva il desiderio di voler in ogni modo partorire, nonostante la cosa fosse impossibile per evidenti motivi. Venne comunque assecondato dai medici che gli fecero inghiottire un girino così da poter poi "partorire" effettivamente una rana. L'esperimento riuscì e Nerone fu estremamente soddisfatto dell'accaduto, tanto che fece osannare in ogni angolo di Roma la rana. Da qui prenderebbe il nome il luogo, dal latino "lata rana", ovvero rana partorita. A livello storico è comunque risaputo che il cognomen della Gens Claudia era proprio Lateranus, da cui potrebbe poi derivare il nome del luogo in cui sorge la basilica.
All'interno di San Giovanni in Laterano, abbastanza defilata, è presente la tomba di Papa Silvestro II, grande studioso medievale considerato da molti anche mago. Secondo la leggenda la tomba, quando si avvicinava la morte di un papa, diventava umida, trasudando acqua con la morte del papa stesso. La tomba riportava una scritta in latino che, tradotta correttamente, recitava: "Questo luogo, all'arrivo del Signore, renderà al suono dell'ultima tromba i resti sepolti di Silvestro II". Una tomba avvolta nel mistero e che, grazie al suo fascino, è diventata anche una tappa fissa per molti che decidono di visitare la basilica.